Def: il rischio sulla crescita da un nuovo caro-energia
Potrebbe ridurre il pil di 0,3 punti nel 2023 e 0,4 nel 2024
- Potrebbe ridurre il pil di 0,3 punti nel 2023 e 0,4 nel 2024
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Il rischio di un nuovo aumento delle materie prime energetiche potrebbe tradursi in una riduzione del Pil di 0,3 punti quest'anno e 0,4 il prossimo. Lo indica il Def che fa alcune simulazioni su diversi scenari di rischio. Il materializzarsi di un aumento delle materie prime energetiche, come petrolio ma anche gas ed elettricità, "determinerebbe una riduzione dei tassi di crescita rispetto al quadro tendenziale pari a -0,3 punti percentuali nel 2023 e a -0,4 punti nel 2024".
Un'altra variabile che rischia di incidere sulla crescita di quest'anno è il tasso di cambio: ipotizzando un maggiore apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro, si avrebbe una revisione della crescita di -0,1 punti percentuali nel 2023, -0,3 punti nel 2024 e -0,6 punti nel 2025.
Altri scenari andrebbero a pesare invece sulla crescita dal 2024. Lo scenario di rischio che immagina l'indebolimento del commercio mondiale, "si manifesterebbe principalmente nel 2024 e nel 2025", portando il profilo di crescita del Pil a ridursi di 0,2 punti percentuali. Un ultimo scenario che ipotizza un incremento del tasso di rendimento del Btp decennale di 100 punti base su tutti gli anni di previsione dal 2024 in poi, "causerebbe una riduzione della crescita rispetto al tendenziale pari a -0,1 punti percentuali nel 2024 e -0,4 punti nel 2025".