La Rock Poster Art in mostra a Bologna - FOTO
Serigrafie in edizione limitata provenienti dalla collezione privata
- Serigrafie in edizione limitata provenienti dalla collezione privata
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"Se l’arte e il collezionismo d’arte sono sfortunatamente attività d’elite, culturalmente ed economicamente. Il poster è una sorta di antidoto a tutto questo. Il poster permette anche alle persone che dispongono di mezzi modesti di appendere qualcosa sulle loro pareti che rappresenti una parte di loro": così Dan MacAdam, dell’American Poster Institute, descrive la rock poster art, una delle forme d’arte più rappresentative della cultura estetica contemporanea,. A Bologna una mostra, dal titolo 'Rock Poster Art: sentire con gli occhi', svela serigrafie in edizione limitata provenienti dalla collezione privata di Stefano Marzorati.
Spesso questi manifesti, così come molti videoclip "non sembrano avere una connessione significativa con la band. Sono piuttosto un veicolo per le migliori idee visuali di questi artisti" (Chris Marksberry). Sono un territorio di mezzo, dove la musica influisce sull’arte e viceversa. L’arte del manifesto rock, forma di espressione artistica strettamente connessa con l’ambito musicale nasce negli Stati Uniti negli anni ’60 come mezzo per la promozione dei concerti e cresce e si sviluppa nel corso degli anni Settanta per assumere in seguito nuove forme come, per esempio, negli anni ’80, i flyer dei concerti punk realizzati con le fotocopiatrici Xerox.
In anni recenti quello che possiamo definire come un vero e proprio movimento vede una vera e propria rinascita con l’utilizzo sempre più diffuso, a livello creativo e produttivo, dell’antica arte della serigrafia (screenprint). Negli anni Novanta, con l’avvento del CD la copertina di grande formato del vinile non è più il mezzo principale per ispirare l’immaginazione dell’ascoltatore e il poster diventa la tela per illustrare la scena rock. Fiorisce una scuola di autori che unisce tradizione e innovazione, e che trova i suoi rappresentanti di spicco in nomi come Johnny Ace, Coop, Art Chantry, Alan Forbes, Derek Hess, Mark Arminski, Frank Kozik, Chuck Sperry, Emek, Jermaine Rogers, Todd Slater, Chuck Sperry. Sempre più numerosi studi grafici e di stampa concentrano le loro energie sull’arte del manifesto e sulla sua produzione.
Ma non sono solo gli artisti statunitensi a popolare questo scenario: il fenomeno si allarga all’Europa, e quindi anche all’Italia, dove emergono ben presto i talenti di studi come Malleus, Bri, Clockwork Pictures.